Alghe antisiccità, packaging biocompatibli e sistemi che riconoscono la tossicità dei cibi tra le iniziative selezionate dal progetto di accelerazione gestito da Eatable Adventure: stanziati 15 milioni in tre anni da Cdp venture capital, Unicredit e Cariverona
Dai biomateriali che sostituiscono la plastica per il packaging alimentare a un sistema che rivela in tempo reale tossine dannose nei cereali. Da un antimicrobico ricavato dagli scarti di liquirizia che allunga la conservaiozne dei cibi allo sviluppo di un’alternativa alla caffeina senza gli effetti collaterali tipici della caffeina. Sono i progetti foodtech che caratterizzano alcune delle sette start up selezionate da Foodseed, il programma di accelerazione d’impresa giunto alla seconda edizione e nato grazie al sostegno di Cdp Venture Capital Sgr, Fondazione Cariverona e UniCredit.
La gestione operativa è di Eatable Adventures, tra i principali acceleratori foodtech su scala globale, che è anche co-investitore. Altri partner sono Amadori, Cattolica Business Unit di Generali Italia, Veronafiere, Accelerate for impact platform del Cgiar e Università degli Studi di Verona.
«FoodSeed favorisce connessioni strategiche con aziende, investitori e attori chiave del settore agroalimentare in un’ottica di open innovation, un approccio – dicono i promotori – che mira a rafforzare il tessuto imprenditoriale nazionale e a favorire nuove sinergie per promuovere uno sviluppo tecnologico ed etico del comparto».
«Abbiamo ricevuto circa duecento candidature (il 15% dall’estero) e abbiamo valutato le 165 che soddisfacevano i requisiti di partenza richiesti. Per entrare nel programma e ricevere i fondi – spiega Alberto Barbari, regional Vp Italy di Eatable Adventure – è necessario essere una Srl o essere pronti a diventarlo. Il trait d’union che accomuna le start up non è tanto un particolare campo di innovazione ma un approccio che parta dai reali problemi dell’agroalimentare, proponendo soluzioni implementabili in tempi ragionevoli. L’approccio cioè deve essere business driven, non a livello di pura ricerca accademica. Non facciamo insomma deep tech, ma lavoriamo su soluzioni scalabili e concrete. In Italia siamo ancora un po’ indietro in campo di innovazione aperta, le aziende fanno tutt’ora fatica a lavorare mettendo insieme le proprie risorse per risolvere problemi comuni, ma le cose stanno cambiando. Ci vuole audacia nel fare un passo avanti in questa direzione allontanandosi dall’idea che “si è sempre fatto così”. Il made in Italy va valorizzato ma deve mantenersi competitivo. Con FoodSeed puntiamo a creare nuove sinergie tra realtà emergenti e aziende consolidate, favorendo collaborazioni che possano trasformare l’intera filiera in chiave sostenibile e ancora più competitiva».
La dotazione del programma è di 15 milioni di euro in tre anni. «Inizialmente ogni start up riceve in media 170mila euro per sviluppare il suo progetto, che noi supportiamo con il classico lavoro di accelerazione d’impresa, dalla formazione agli incontri one to one e tutte le azioni utili per mettere meglio a punto il busness model. Poi – continua Barbari – le star up migliori in termini di perfomance, quindi sia in base al grado di avanzamento tecnologico sia da quello del numero di lettere di interessamento ricevute dalle aziende o degli eventuali contratti stipulati, ricevono i fondi fino a 500mila euro per il follow up, e magari nel frattempo altre risorse arrivano da investitori esterni».
Ad esempio Foreverland, selezionata nella prima edizione di FoodSeed, ha recentemente chiuso un round di investimento da 3,4 milioni di euro per la sua alternativa sostenibile al cioccolato a base di carruba. «È un finanziamento importante ottenuto in meno di un anno – commenta Barbari – ma speso i progetti delle start up hanno bisogno di più tempo per essere sviluppati al meglio. E alcuni hanno limiti fisici, come ad esempio i progetti legati all’agricoltura che magari devono aspettare il nuovo raccolto per vedere i primi risultati».
Vortex trasforma gli scarti agroalimentari
Vortex è una biotech company che trasforma i sottoprodotti agroalimentari in ingredienti ad alto valore aggiunto. Il loro modello circolare mira a risolvere il problema della svalutazione economica e della sostenibilità ambientale legata alle tonnellate di scarti generati dalle industrie agroalimentari, che spesso vengono destinati a smaltimento o utilizzati per biomasse. Grazie a una tecnologia che stabilizza e standardizza i sottoprodotti – evitando, quindi, il loro deterioramento causato dall’elevato contenuto di umidità – Vortex è in grado di trattare sia scarti dell’industria agroalimentare morbidi, come le mele, che quelli secchi, come le nocciole. Da questo processo nascono farine, paste ed estratti, applicabili in diversi ambiti dell’industria alimentare, pet food e cosmesi.
Nous, alternativa salutare alla caffeina
Nous Energy nasce con l’obiettivo di sviluppare una nuova generazione di ingredienti in campo nutraceutico. Il primo è un’alternativa alla caffeina che migliora le prestazioni cognitive e fisiche, potenziando memoria, concentrazione e riflessi senza gli effetti collaterali tipici della caffeina, come picchi di pressione sanguigna o tachicardia, e favorendo il benessere gastrointestinale. Secondo i suoi ideatori questo ingrediente permette una riduzione del 60% dello spreco d’acqua e del 65% delle emissioni di Co2 a piena produzione, rispetto all’estrazione della caffeina dai chicchi di caffè verde.
Aflabox: l’Ai per la sicurezza alimentare
Aflabox ha ideato un sistema in grado di rilevare in tempo reale, nei cereali, noci e semi oleosi, la presenza di aflatossine, micotossine prodotte da due specie di Aspergillus, un fungo che si trova soprattutto in zone caratterizzate da clima caldo e umido. Utilizzando sensori Uv e una tecnologia sviluppata con l’AI, Aflabox offre un rilevamento rapido, preciso ed economico di queste tossine, che possono causare gravi problemi di salute al consumatore.
Asteasier: la nuova frontiera dell’Astaxantina
Asteasier, spin-off dell’Università di Verona, è specializzata nella produzione di ingredienti di alta qualità per la nutrizione umana e animale. La loro tecnologia proprietaria ha permesso lo sviluppo di nuovi ceppi di microalghe in grado di produrre astaxantina naturale (Ax) – carotenoide con forti proprietà antiossidanti e benefici per la salute cardiovascolare, cerebrale e oculare. Asteasier riesce a ridurre i costi fino all’80% rispetto ai metodi tradizionali, rendendo economicamente accessibile l’astaxantina naturale, impiegabile anche nell’ambito nutraceutico. Oltre all’astaxantina, le microalghe utilizzate dalla startup sono in grado anche di produrre pigmenti blu, proteine e omega-3, rendendo l’azienda un punto di riferimento nella nutraceutica e nel settore dell’acquacoltura.
Mama Science: packaging alimentare sostenibile
In un’epoca in cui la riduzione della plastica è una priorità globale, la bolognese Mama Science si è specializzata nello sviluppo di materiali biomimetici 100% bio-based, che replicano le proprietà della plastica senza causare gli stessi dannosi impatti ambientali, offrendo un’alternativa sostenibile ed efficace ai tradizionali imballaggi plastici. I loro prodotti innovativi, ottenuti da materie prime di origine vegetale, aumentano la shelf life di alimenti quali verdure, carni e latticini. A seconda delle applicazioni, possono attribuire proprietà quali idrorepellenza e resistenza meccanica se utilizzati su supporti cartacei.
BeadRoots: idrogel biodegradabili contro la siccità
Per combattere la siccità e migliorare la produttività agricola la leccese BeadRoots, ha sviluppato idrogel da polimeri superassorbenti naturali, derivati dalle alghe: applicati durante il trapianto, assorbono grandi quantità d’acqua e la rilasciano gradualmente alle radici quando necessario, riducendo l’evaporazione superficiale e ottimizzando l’uso delle risorse idriche. Questa soluzione 100% biodegradabile non solo è in grado di conservare l’acqua, ma nutre le piante e migliora la qualità del suolo grazie all’incremento di batteri benefici che hanno effetti positivi anche sulla produttività. Attualmente, BeadRoots sta testando gli idrogel su colture come orticole, vigne e legumi, con l’obiettivo di estendere l’applicazione a tutte le coltivazioni che richiedono ingenti quantitativi di acqua, soprattutto nelle aree a rischio siccità.
Alkelux: additivi naturali contro lo spreco alimentare
Per combattere lo spreco alimentare Alkelux propone l’utilizzo di additivi antimicrobici naturali ricavati dagli scarti di liquirizia: questi vengono integrati nei materiali di confezionamento per prolungare la durata di conservazione degli alimenti, come già dimostrato nei test condotti su fragole e altri prodotti. Completamente privo di metalli, solubile in acqua e a basso impatto ambientale, l’additivo non richiede modifiche agli impianti produttivi già esistenti. Ciò consente alle aziende del settore del packaging di adottare questa tecnologia senza affrontare costosi interventi strutturali.